Emma Pomilio
Il Sangue dei Fratelli
Collana Enigma 2014
Fabbri Editore
È proprio vero che invecchiando si tende a tornare indietro, alla propria infanzia e alle proprie radici. Vladimiro mi offre un’occasione in più consigliandomi il libro di una scrittrice avezzanese che parla, tra le altre cose, dei Marsi, gente fiera e feroce proveniente dalla piana del Fucino…
Emma Pomilio ripercorre alcuni fatti della storia Romana, di cui è grande esperta, plasmandoli in chiave letteraria e dunque adottando il metodo del romanzo storico, per raccontarci una bella storia, con personaggi di finzione in posti e periodi reali.
Alcune “personalità” realmente esistite appaiono nel corso degli eventi (Druso,Catilina, Mario, Silla…) e vengono utilizzate per dare maggiore credibilità ai personaggi inventati.
Pomilio ci racconta la storia di Marco Livio Druso e del suo schiavo/fratello Fausto. Tra battaglie super truculente, vendette di casta, nobili vigliacchi, schiavi super corretti e intelligenti, donne forti e determinate, siano esse schiave o libere o liberate, la storia si sviluppa, tra Grecia, Roma e Italia, in un groviglio di intrecci e scambi di persona, fino a diventare, verso la conclusione, una specie di legal thriller alla romana dove ciò che è e ciò che sembra si sovrappongono, si scambiano e giocano tra di loro, fino alla conclusione auspicata dal lettore e già “intuita” all’inizio del racconto.
“A volte qualcuno mi chiede perché scelgo soprattutto personaggi di fantasia per i miei romanzi. La risposta è semplice:le vicende dei personaggi più celebri dell’antichità sono conosciute e il finale è scontato. A me invece piace inventare storie mie, senza contare il fatto che le vite delle persone comuni mi offrono la possibilità di descrivere meglio la società romana.
Le vicissitudini dei protagonisti di questo romanzo, comunque, si svolgono accanto a quelle degli uomini che hanno determinato la storia del loro tempo-come Mario, Silla, Druso, Pompeo, Crasso, Catilina, Lario il Giovane, Ponzio di Telesia-, in una ricostruzionestorica verosimile per quanto è possibile da parte di chi vive duemila anni dopo i fatti narrati.
Riguardo ai protagonisti marco e Tito Livio Druso, è bene precisare che, oltre al tribuno druso, non si conoscono altri Livi Drusi importanti in Roma in quel periodo.”E.P.
Crea un certo disorientamento leggere di rapporti familiari così complicati, di fratelli e sorelle che, più o meno consapevolmente, intrecciano relazioni incestuose. Il tutto in una normalità che stordisce, insieme all’atteggiamento del popolo e dei nobili di fronte ad uno stupro perpetrato da un nobile romano. Se a subirlo è una schiava è tollerato, anzi! Se a subirlo è una donna libera, l’onore del romano che si macchia di tale infamità viene irreparabilmente compromesso.
Gli schiavi sono una razza inferiore e come tale possono subire di tutto e di più, anche se sono nati da un padre nobile. Incredibile ma vero. Il processo al giovane potente e “vigliacco” Marco Druso ne è la prova…
Il contenuto di questo libro esercita un suo fascino nella rappresentazione di alcune popolazioni in lotta tra di loro per il potere o soltanto il diritto di esistere. Tra questi i Marsi selvaggi, i Sanniti implacabili e, su tutti i Romani, razza pura e dura senza paura, fiaccata solo dalla ricchezza e dalla smania di potere.
La narrazione scorre più veloce e coinvolgente nelle parti chiaramente inventate, mentre risulta a tratti più noiosa e rigida nella descrizione di luoghi e fatti realmente accaduti.
I personaggi femminili assumono uno spessore maggiore e più convincente rispetto a quelli maschili, meno sfumati e dunque più prevedibili.
L’ho letto comunque con piacere, anche perché mi ha dato la possibilità di confrontarmi ancora una volta con Vladimiro e le sue passioni, e di tornare ad Avezzano e alla piana del Fucino, casa dei “combattivi e indomiti” Marsi.
Archiviato in:Costume, In viaggio, L'Angolo di Vladimiro tra Noir, Recensioni, Società e Politica