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B.Hrabal-Ho servito il re d’Inghilterra. E così l’incredibile divenne realtà…

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Il libro di carta


Ottobre 2006 “…una cosa vi accomuna: i reali inglesi”
Anna

clip_image004Chi è Anna? A chi dedica il libro? E da dove arriva questo libro? Mi arriva per posta ordinaria dall’Inghilterra, a seguito di un mio ordine su Amazon. Avevo richiesto un libro nuovo. Non amo i libri usati. Mi piace viaggiarci dentro per prima e lasciarci le mie tracce. Sento un certo disagio, come un senso di violazione della privacy nel soffermarmi sulla dedica.

Poi mi rassegno e comincio a ripercorrere con rispetto le orme di Anna, che, leggera, ha attraversato questa storia, senza lasciare segni sfacciati sulle pagine. A parte la dedica, che solo il destinatario di questo dono prezioso ha saputo decifrare.

 Addentriamoci ora nei cinque capitoli del libro, e della vita  del signor Ian Ditie, apprendista cameriere.

Un bicchiere di granatina

L’apprendista cameriere Ian Ditie, inizia il suo servizio all’Hotel Praga. Ha fatto esperienza alla stazione dei treni come venditore di panini, mostrando competenza, professionalità e tanta furbizia…

 

 

 

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Sul lavoro Ian incontra personaggi davvero bizzarri, come il poeta Tonda che si paga le spese con le copie del libro su Gesù, da lui scritto, e pubblicato a proprie spese.

All’ Hotel Praga d’oro fa conoscenze molto utili tra i commessi viaggiatori. In particolare con il grasso signor Walden, venditore di bilance affettatrici Von Berkel, che  gli insegna il valore e l’utilizzo del denaro…

“I soldi ti apriranno la strada dappertutto”

dice il signor Walden rimirando con sguardo compiaciuto il pavimento della stanza, tutto ricoperto di banconote. Che sagoma quel commesso viaggiatore che buttava manciate di monetine dalla finestra, certo che gli ritornassero indietro banconote da cento! E non aveva tutti i torti.

Ian incontra iI rappresentante della sartoria che fabbrica manichini su misura, gonfiati come palloncini; incontra  il re della gomma con i suoi articoli per il “piacere sessuale”. A proposito, il nostro eroe prende le prime mosse nel mondo del sesso e lo fa come da tradizione in una casa “dedicata”, ma con tanta poesia e tanti fiori, romanticamente.

 treni-strettamente-sorvegliati_robydick_thumb.jpgIan si vede piccolo e insignificante, ma non per questo si perde d’animo.  Salta su come in un pop-up book , davanti ai miei occhi come il fratello gemello  del protagonista di Treni strettamente sorvegliati, di Jiri Menzel (premio Oscar al miglior film straniero 1966), tratto dal romanzo di Hrabal.

mulino pragheseStanco di pensare ai commessi viaggiatori, Ian passa a considerare la loro biancheria. E scatta l’epifania.

Se la cambiavano nei bagni pubblici Carlo e la gettavano fuori dalla finestra sul mulino, e sua nonna era pronta ad agganciarla…scene di vita di una piccola imprenditrice:

 “…la fortuna di tutta la sua vita consisteva nell’aver ricevuto in affitto quella stanzetta al mulino, giusto accanto ai bagni pubblici[…]E la sera poi era bello quando, nel buio, all’improvviso, da una finestra del gabinetto dei bagni pubblici Carlo volavano fuori delle mutande bianche, una camicia bianca sullo sfondo scuro della voragine del mulino, nel rettangolo della nostra finestra quella camicia bianca o quelle mutande bianche lampeggiavano un istante, e mia nonna riusciva ad acchiapparle al volo col gancio prima che cadessero giù nel profondo[…]e poi l a biancheria lei la lavava e la riparava e la metteva in ordine nel cassettone, e poi la portava in giro per i cantieri e la vendeva ai muratori e ai manovali…”

 

L’albergo Tichota

 “era bello come nelle favole, come una costruzione cinese, come la villa di qualche enorme riccone in Tirolo o da qualche parte in Riviera, era bianco con un tetto rosso di tegole che saliva come a onde, le imposte a tutti e tre i piani erano verdi con gli scuri…”p.49

 Qui tutto funziona con un codice ben preciso: il fischietto e le sue diverse modulazioni. È il fischietto del proprietario in carrozzella, il signor Tichota, con una passione particolare per i lavori femminili, specialmente per quell’aggiustare i fiori nei vasi, nei centro-tavola, nelle camere, perché il tutto non avesse solo l’aspetto di un albergo, ma di un vero e proprio ambiente Biedermeier, accogliente e raffinato.

 clip_image008Intorno ci sono i boschi con tanti viottoli nascosti:

“…e davanti a noi c’era una piccola casetta, una casupola come di marzapane, come quelle che si vedono a teatro, ci avvicinammo e davanti a noi c’era una minuscola panchina, e anche la finestrella era minuta come quelle delle camerette dei casolari di campagna e la porta aveva la maniglia, come le porte delle cantine, se fossimo voluti entrare anch’io mi sarei dovuto chinare, ma la porta era chiusa…e così ci fermammo e guardammo attraverso la finestrella, e retammo lì a guardare per cinque minuti e poi ci fissammo l’un l’altro e cominciammo quasi ad aver paura, alle braccia mi stava venendo la pelle d’oca, lì in quella casetta tutto era preciso identico come in una camera del nostro albergo, lo stesso tavolinetto piccolo, le seggioline, tutto come per bambini anche le tende erano le stesse e anche il tavolino per i fiori, e su ognuna di quelle seggiolette stava seduta una bambola o un orsacchiotto[…]lì su una seggioletta piccolina piccolina stava seduto il Presidente con la camicia bianca e, di fronte a lui, su una seggioletta piccola uguale, stava seduta la francese, e stavano seduti là così quei due innamorati…”64

A proposito di bambini, da godersi fino in fondo, la storia della consacrazione del Bambino di Praga, adorato in tutto il Sud America. Un piccolo film d’azione all’interno della storia.

  Grand Hotel Budapest: Alberghi tra  cinema e letteratura

Grand Budapest HotelGrand Hotel Budapest di Wes Andersen, 2014. Nove nomination agli Oscar. Perfezione stilistica con trionfo grafico di vie di fuga e focus centrati, mi riporta agli alberghi di Ian Ditie. La figura di Gustave mi fa pensare a lui. Lo pseudo nazismo imperante, nelle forme e nella sostanza ammicca al Grande Dittatore di Chaplin e ci riporta al tragico mondo di Liza e Ian. Fatto sta che mentre guardo il film, nei giorni in cui sto leggendo Ho servito il re d’Inghilterra, dico a me stessa:

“ma Hrabal ha subito l’influenza di Zweig, che a sua volta ha ispirato Andersen?”

A dire il vero, cinema e letteratura pullulano di hotel bizzarri e di maggiordomi/portieri/camerieri, più o meno interessanti, che hanno molte cose in comune…Quello che invece fa la differenza è il modo in cui vengono “costruiti” dai loro rispettivi padri letterari.

 

Ho servito il re d’Inghilterrra

Questo capitolo da il titolo a tutto il romanzo. E a ragione.  E ricco infatti di suggestioni magistrali. Il maître Shrivanek sa tutto perché ha servito il re d’Inghilterra. Gustosissima la preparazione del grande banchetto per l’Imperatore d’Etiopia. Uno spaccato in cui il cibo diventa la vera chiave di volta ”interculturale”.

 

 

 

E la testa non la ritrovai più

Ian il Ceco biondo incontra Liza, insegnante tedesca di ginnastica e, tramite lei, la “cultura tedesca” e tutti i pregiudizi ad essa connessi. Comincia ora una pagina molto drammatica nella vita di Ian Ditie e di Liza  sua fidanzata, ma non solo.

L’Europa è in fiamme, i nazisti imperversano. il grande dittatoreL’uomo nuovo nazionalsocialista deve essere generato da donne e uomini di razza pura. E allora in nome della Nuova Europa Hitleriana Ian, il Ceco biondo, viene sottoposto a controlli medici  accuratissimi da parte di un’ apposita commissione che, alla fine, lo  valuta idoneo a sposare una donna tedesca, ovvero idoneo a fare sesso con lei per procreare un uomo nuovo… in un “coito neonazista”. Da questa unione così pura e incontaminata nasce Sigfried. Ma la sorte riserva sorprese che neanche una rigorosissima commissione delle SS può controllare…

tiroleseLiza è un personaggio davvero interessante. Crocerossina, nazista convinta, bionda e bella, forte,  decisa e ginnica si innamora di un biondo Ceco dal cognome quasi ariano, che la difende dagli attacchi anti tedeschi di un gruppo di praghesi.

Liza viene mandata in missione, a caccia di tesori ebraici, in particolare di francobolli preziosi. Dalla Francia e dalla Polonia ne riporta una valigetta piena. Un vero tesoro che andrà a costituire la “banca privata” della nuova famiglia. Orribile…la valigetta viene custodita con cura, salvata dalle bombe, stretta tra le braccia anche nell’estremo momento del redde rationem. Ma anche in questo caso il futuro si rivela imprevedibile…I francobolli sembrano parlare e si portano dietro e dentro tutte le voci e le sofferenze dei legittimi proprietari.

La testa li Liza vola via allo scoppio di bombe impietose, alla fine della tragica guerra…

Ian Ditie (anche il suo cognome è assolutamente in linea con le esigenze ariane) vive situazioni che non si aspetterebbe in questo mondo di pazzi nazisti, e ne è profondamente colpito. Mogli affrante incontrano i loro mariti, ufficiali SS in procinto di partire per il fronte, durante un ultimo weekend di saluto, forse di addio. L’incontro avviene nel paradiso Boemo chiamato Kosicek, un “cestino” tra le montagne, in

“quel ristorante con albergo sprofondato nelle nebbie mattutine e nell’ultima aria trasparente, un alberghetto anch’esso destinato agli innamorati…”

 

In che modo diventai milionario

Lesende_RichterEsilarante la vita da prigionieri di lusso dei milionari di Praga. Sono detenuti in un ex seminario proprio perché milionari in un mondo ormai “comunista”. Tra questi, come in preda ad un bisogno catartico, fa del tutto per infilarsi anche il nostro Ian Ditie, con il suo milione e più, di provenienza  sinistra. Anche se ha guadagnato tanto grazie anche al suo fantastico ristorante la Cava, organizzato quasi come un circo fantasmagorico.

Molto particolare la figura del professore di Francese e della bella Marcela dalla fabbrica di cioccolata, sua allieva, che impara il francese e diventa una lettrice entusiasta:

“Lui aveva fatto di quella ragazza una bellezza con un libro, vedevo le sue dita aprire con rispetto, con reverenza la copertina, e le dita pulite prendere come un’ostia una pagina dopo l’altra, vedevo che quelle mani, prima di prendere un libro, loro vanno prima a lavarsi, perché già da come teneva quel libro, già dal modo in cui lo teneva, saltava agli occhi una cortese e rispettosa sacralità…”253

HrabalIn quest’ultima sezione si sente più forte l’effetto del flusso di coscienza narrativo. Ian scarica fiumi di parole, emozioni ed epifanie sul lettore, che tuttavia si lascia accompagnare verso la conclusione della storia, quasi fosse cullato dall’onda di immagini e di ricordi, densi di significato.

Siamo alla fine di un viaggio in un mondo affollato di personaggi di guerra e di pace. L’arrivo è tra i boschi che cantano, avvolti e protetti dalla neve, in compagnia di un cavallo, un cane, una capra e una gatta da addomesticare, in compagnia di un se stesso, moltiplicato dagli specchi appesi sulle pareti della casetta, per non sentirsi troppo solo.

È un punto di arrivo e di ri-partenza verso la scoperta della propria interiorità, verso la selezione dei ricordi, verso un futuro tranquillo e pacificato.

“…perché io devo essere qualcosa di raro, perché io sono davvero un allievo del maître Skřivánek che aveva servito il re d’Inghilterra, e io avevo avuto l’onore di servire l’imperatore d’Etiopia e lui mi aveva segnato per sempre dandomi un’onoreficenza, e quell’onoreficenza mi aveva dato la forza di scrivere per i lettori questo racconto…in che modo l’incredibile era divenuto realtà. Vi basta? Con questo, però, termino per davvero.”

Il mio incontro con Hrabal

clip_image002Incontro Bohumil Hrabal tra le pagine di Paure Totali e quelle di Ho servito il re d’Inghilterra. Queste letture mi hanno fatto capire  che lo incontrerò ancora. Mi ha aperto prospettive emozionanti che non voglio abbandonare.

In Ho servito il re d’ Inghilterra, il destinatario privilegiato di Hrabal sembra essere un lettore più che una lettrice. Quasi un complice a cui confidare tutte le avventure vissute dal protagonista nel suo percorso di maturazione,  in un mondo di “signorine” e riti d’iniziazione, molto spesso condivisi con maschi giovani e/o  maturi signori d’altri tempi.

O forse no, magari è proprio ad una lettrice che vuole disvelare l’animo e le pulsioni di un uomo. Infatti affiora tra le parole un aspetto femminile e poetico che non può non fare appello anche alle lettrici: l’entusiasmo e il romanticismo degli incontri infiorati con le ragazze. Il trasporto per la natura. La voglia di conoscere e sperimentare la vita. Il bisogno di ritrovare se stesso, mondato di tutta la sporcizia che la guerra e gli incontri sbagliati gli hanno gettato addosso.

Domina su tutto il  tocco magico dello scrittore, sempre in equilibrio tra ironia, tragedia, concretezza e sensualità. E tanto senso della Storia.


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